Sapete quante e quali sono le tipologie di pelle? ?“In teoria c’è una classificazione – dice Federica Osti, dermatologa @myskin.it – in cui oltre la pelle grassa, secca e mista, appare anche la pelle normale, anche se le pelli normali sono molto rare”.

Dunque, mentre una cute normale idealmente è liscia, morbida, dal colorito uniforme e senza imperfezioni, in pratica quella grassa è seborroica, quindi lucida, con pori ingranditi, comedoni e a volte acne.

 

Una cute secca è sottile, fragile, poco elastica, o perché è disidratata o perché ha pochi grassi (alipidica), mentre se è mista è grassa nella zona T, e secca negli zigomi e guance.

E in tutto ciò, dove si colloca la pelle sensibile?

Tutte le pelli possono essere sensibili, che non significa malate, infatti la sensibilità è semplicemente una caratteristica.

“Sulla definizione scientifica della pelle sensibile non c’è concordanza – dichiara la dottoressa Osti – tuttavia quella ufficiale si attribuisce ad un gruppo di lavoro internazionale che nel 2013 l’ha definita come una sindrome che si presenta con sensazioni fastidiose (bruciore, pizzicore, dolore, prurito) in risposta a stimoli che normalmente non provocherebbero questo tipo di sintomatologia”.

L’incertezza è ulteriore perché spesso la si identifica con le pelli allergiche e irritate, che invece coincidono con delle specifiche malattie. ?A confondere le cose ci si mette anche il fatto che spesso sono i cosmetici a stimolare la comparsa dei fastidi legati alla pelle sensibile, e con la sola visita ad occhio nudo potrebbe non essere facile distinguere una dermatite di origine allergica da cosmetici da un quadro di pelle sensibile.

Non è finita: il fatto che alcune malattie della pelle come la rosacea e la dermatite atopica possano manifestarsi in fase iniziale in maniera molto simile alla pelle sensibile rende tutto ancora un pochino più complicato.

Allora come si fa a capire se si ha la pelle sensibile o no?

A volte potrebbe bastare un mix di diagnosi “visiva” e basata sull’esperienza del paziente, altre volte si utilizzano dei test che consistono nell’applicazione di soluzioni specifiche.

E perché “capita” la pelle sensibile?

La dermatologa Osti illustra varie ipotesi riportate dagli studi scientifici, tra cui quella epidermica secondo la quale deriverebbe da alterazioni del pH cutaneo, quella atopica, la pelle sensibile sarebbe più frequente nelle persone che hanno una predisposizione o una familiarità per l’atopia, l’ipotesi biochimica, per una maggiore densità di una proteina, neurogena, che ricerca le cause nel sistema nervoso, e vascolare, grazie alla quale anche lo stress potrebbe contribuire a sensibilizzare notevolmente la pelle.

“Attenzione – ricorda la dottoressa – pelle sensibile non è da attribuire solo a quella del viso, ma di tutto il resto del corpo, tuttavia la faccia è più esposta ad agenti atmosferici, trucchi, e ha una maggiore densità di recettori sensitivi rispetto al resto del corpo”.

Diventa quindi determinante la scelta della crema giusta, che avviene di solito dopo svariate prove.

E noi siamo qui apposta!